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Influencer, un lavoro che va di moda

Avete mai sentito il termine “influencer”? Influencer è una persona che ha acquisito la sua fama tramite i social media o la televisione, che pubblicizza vestiti,cosmetici,gioielli o qualsiasi altro oggetto di tendenza al fine di ricavarne dei soldi.  In questi ultimi anni è diventato un vero e proprio lavoro e i giovani ne sono sempre più attratti. Ma ne vale la pena interrompere gli studi o non avere altre aspirazioni pur di diventare un influencer? Purtroppo l’istruzione ha perso i valori di una volta e gli studi vengono ritenuti sempre meno importanti rispetto alla vita virtuale. Fin dove si spingerà quest’ossessione? Ad abbandonare la cultura per dei ‘mi piace’ su instagram o facebook? Le generazioni di oggi devono comprendere che tutto ciò che si trova sui media non è la vita reale e noi tutti dobbiamo smettere di cercare di assomigliare o seguire gli stereotipi proposti dagli influencer, perché non sono loro che ci garantiscono il futuro! Non sono loro che ci spingono a stu

Keep calm and stop hating

Mi dispiace per i pianti disperati dei nostri due lettori -è bene essere schietti: sono, o meglio, siamo pochi- poiché questo è l’ultimo articolo di Inchiostro Digitale per quest’anno scolastico. Lo sto scrivendo con forte entusiasmo e egocentrismo avendo interpretato la richiesta scriverlo da parte di Anna Mastrantuono, caporedattrice del blog che ringrazio pubblicamente per il lavoro svolto durante l’anno, come uno speciale editoriale conclusivo. Abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo mantenuto il ritmo, abbiamo scritto con passione, ma forse non abbiamo avuto la risposta che avremmo desiderato. In ogni caso abbiamo perseverato in quanto redazione appassionata e convinta nella forza del medium più vecchio del mondo, quale è la scrittura su Inchiostro, ora divenuto Digitale. Abbiamo condiviso i nostri pensieri, le nostre perplessità riguardanti il mondo attorno a noi nel miglior modo possibile, consapevoli del fatto che scrivere non ha fatto bene a chi ha letto ma ne h

Il valore della tragedia greca ai nostri giorni

È l’ora del cannolo!!! I giovani d’oggi dovrebbero seguire il consiglio del grande Philippe D’Averio, il quale ha suggerito loro di fare la RIVOLUZIONE, ma i nostri prodi hanno abbandonato le lotte antimilitariste dei loro nonni, sostituendo ai cannoni i cannoli e alle cannon balls (perché siamo poliglotti) i tipici, e altrettanto distruttivi per il fisico umano, arancini (o arancine, per non far torto a nessuno). Siccome è necessario fare incetta di zucchero fin dal mattino, i nostri eroi non si sono sottratti al rituale della granita con la brioche (scordatevi quell’accozzaglia di acqua e ghiaccio e di colori non proprio naturali di cui si vanta il progresso nord!!!). Dopo essersi guadagnati un posto d’onore nel girone dei golosi proprio a fianco a Ciacco (e non Ciaccio!), i nostri atleti dal fisico degno del Discobolo si sono guadagnati la corona d’alloro correndo i 100 metri piani per accaparrarsi i posti nella cavea inferiore, un tempo riservati ai membri più illust

Lettera aperta a chi vorrà ascoltare

Io credo profondamente nella saggezza della nostra scuola. Ho fiducia negli insegnanti e nelle scelte fatte per il nostro bene. Sogno che questa mia generazione possa cambiare un po’ questo Paese grazie anche al coraggio dei nostri docenti. Siamo un popolo testardo e curioso; abbiamo la storia giusta per riempire i nostri occhi di bellezza e i nostri cuori di decisione, abbiamo la cultura già impressa nelle mura delle nostre città e il sapere scolpito nelle statue delle piazze. Saremmo in grado di cambiare le cose… Ma la nostra caratteristica più interessante è anche un innato senso della dimenticanza. Scordiamo con una facilità disarmante la base stessa della relazione; il rispetto. Penso sia la conoscenza stessa a portare al rispetto, la mancanza di tale atteggiamento porta poi al “non ascolto”, alla sordità, e poi alla fine di un qualsiasi dialogo. La società si basa sul dialogo, perciò che futuro può esserci in un popolo che non si ascolta e che non dialoga, o

Giornata mondiale contro l’omofobia: qualche considerazione

Questa data è stata scelta dall’Unione Europea per ricordare che il 17 maggio 1994 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha eliminato ufficialmente l’omosessualità dall’elenco internazionale delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”. In molte città si allestiscono in occasione di questa giornata manifestazioni per condannare le discriminazioni subite a causa dell’orientamento sessuale e a causa dell’ identità di genere. Ad esempio, a Napoli, quest’anno, sarà organizzato il convegno “Che genere di sport?”, una ripercussione con ricercatori e studiosi di fama mondiale a proposito del tema corrente in ambito sportivo. Oggi si discute comunque molto a proposito di questo tema ed esistono molte opinioni contrastanti tra loro, fra i tanti anche amministrazioni e politici discutono a tal proposito; è stato significativo il discorso dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in occasione della gi

La piazza come luogo di crescita e incontro

La piazza è da sempre luogo d’incontro per tutte le generazioni. Tra gli scalpitanti cuori dei più giovani e le voci tremolanti dei più anziani, essa è la protagonista indiscussa di eventi che, addirittura hanno segnato la storia. Basti fare un passo indietro di un bel po’ di anni e ritrovarsi nelle agorà greche oppure nei fori romani. Strateghi, generali e sovrani riunirono il popolo in piazza per comunicazioni che spesso sconvolsero le sorti di una nazione. È il “canale di comunicazione tra il basso e l’alto” dice Beatrice Collina, il punto di contatto tra popolo e autorità. Ma ritornando agli ultimi secoli, la piazza ha assistito inerme anche molti altri eventi. I sanpietrini roventi per il sole d’agosto, hanno fatto spesso da suolo ai piedi di quei ragazzi che, ansiosi, aspettavano di incontrare la loro Beatrice, anche solo per un semplice saluto. Saluto che non solo sarebbe diventato argomento di battute degli amici presenti al clamoroso fatto, ma anche un dolce r