Alla scoperta del gentil popolo siciliano
“I Siciliani vivevano come se fossero dovuti morire il giorno dopo, ma costruivano come se fossero dovuti esistere per sempre”. Ora, al posto di costruire templi destinati all’eternità, i Siciliani sono in grado di costruire rapporti sinceri con chiunque abbia la pazienza di decifrarne l’intricato dialetto. Nelle diverse tappe della gita siamo venuti a contatto con persone eccezionali e a rendere speciali quei giorni sono bastati il loro calore e la loro gentilezza. Come il leggendario cameriere Tony, capace di coinvolgere e mettere a proprio agio anche quella mandria di ragazzi famelici e stanchi che eravamo durante la prima sera a Palermo: è bastato un “Commissario Montalbano sonno” per conquistare le risate e i cuori di tutti i presenti. Durante la prima mattinata nella terra del Sole abbiamo camminato tra le vecchie case di Erice, un paesino di fondazione greca arroccato sul monte Caputo. Nell’intreccio di vie lastricate, si trova un bar gestito da due signori aff