La tecnologia nelle mani dei bambini o i bambini nelle mani della tecnologia?

Spesso ci si lamenta di come questo mondo stia diventando cieco: per la strada non si vedono altro che persone con gli occhi puntati sul cellulare, intenti a farsi vite misteriose e inaccessibili veloci come la rete. Non c’è nessuno, però, che davvero promuove quella realtà come unica e veramente utile. Anche il più accanito videogiocatore sa di non stare vivendo abbastanza,  di stare facendo qualcosa che gli piace ma che allo stesso tempo lo danneggia. La solitudine che si sta creando in quei gruppi così affollati all’interno delle conversazioni su Whatsapp è il sintomo di un qualcosa di intangibile che sta rubando sempre più tempo e, perciò, sempre pezzi più grandi della nostra vita. Ma la cosa più triste è il momento in cui perfino i bambini, i creatori di sogni, perdono la fantasia dietro ad uno schermo troppo piccolo per contenere tutta la loro immaginazione.

Certo è vero che per molti adulti il cellulare è indispensabile per motivi di lavoro e di praticità, ma ai più piccoli serve davvero conoscere il mondo attraverso un oggetto che nemmeno riescono a comprendere e che trasmette concetti che altri hanno scelto per loro? Ora come ora la norma è questa: ci sono sempre più bambini attaccati al telefono e sempre meno nei parco giochi intenti a passare il tempo con i loro coetanei. Si sta crescendo una società di introversi incapaci di socializzare e di condividere la gioia del gioco con gli altri. Ma oltre al problema sociale il vero dramma si concretizza nel momento in cui i bambini hanno accesso alla montagna di informazioni che internet offre.

Social media come Facebook, Instagram e Youtube sono gli esempi più evidenti. Infatti, sebbene quest’ultima piattaforma, diventata famosa soprattutto negli ultimi anni, possa trasmettere anche contenuti interessanti e adatti a tutte le età, il più delle volte non è indirizzata a un pubblico così giovane.

Si rischia che un bambino, che null’altro ha da fare che crescere sano e felice, scopra cose capaci di cambiare irrimediabilmente il suo modo di vedere la realtà e così la sua natura. Anche la televisione, con una vastissima scelta di programmi e di canali, non è più utilizzabile come mezzo per tenere impegnati i figli mentre si ha da fare, ma è diventata una  vera e propria sorgente di notizie vere o false, buone o cattive, giuste o ingiuste. Nell’età in cui si formano le convinzioni e le opinioni è pericolosissimo dare indicazioni senza pensare al bene del bambino e della società. Questa è una delle cause che portano le nuove generazioni a subire o peggio praticare il cyber bullismo, contro cui a volte nemmeno gli adulti riescono a reagire .

La verità è che questo uso scorretto della tecnologia sta avvicinando i bambini a quella parte del mondo più oscura e terribile che solo con l’adolescenza si inizia a comprendere. I piccoli si ritrovano spesso proiettati in una realtà troppo distante da quella che dovrebbe essere la loro e non hanno le capacità per affrontare già i problemi della vita che neanche i “grandi” sanno sostenere.

Riusciremo a fermare in tempo questa crescita troppo rapida e solitaria?


Anna Mastrantuono, Viola Biancheri – Ufficio Stampa G.D. Cassini Sanremo

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